In memoria del direttore della fotografia locarnese Carlo Varini, il lungometraggio MATLOSA al Festival del film di Locarno.

Cari amici, il 67. Festival del film di Locarno renderà omaggio al direttore di fotografia locarnese Carlo Varini con la proiezione del lungometraggio MATLOSA, di Villi Hermann. Con questa proiezione il festival, la cinematografia ticinese e internazionale vogliono ricordare una figura di spicco della settima arte a tutti noi tanto cara.

Qui di seguito i dettagli…

MATLOSA
di Villi Hermann
1981, 90’, 35mm, DCP, colore
versione originale italiano con sottotitoli in tedesco/francese
giovedì 7 agosto 2014, ore 16:45 presso L’altra Sala
in presenza del regista e di diversi collaboratori.

Sceneggiatura: Angelo Gregorio, Villi Hermann
con Omero Antonutti, Flavio Bucci, Francesca De Sapio, Roger Jendly, Sonja Gessner, Cleto Cremonesi, Walter Waldi, Nico Pepe, Claudio Caramaschi
Direttore della fotografia: Carlo Varini
Operatore: Alberto Moccia
Montaggio: Luciano Berini
Scenografia: Raffaella Leggeri
Costumista: Sylvia De Stoutz
Fonico: Laurent Barbey
Musiche: Enzo Jannacci
Basato sul racconto di Giovanni Orelli Anche l’inferno sta nei cromosomi? E il diavolo? Da quaresime lontane in Pane e coltello, A. Dadò editore, 1975
Distribuzione e vendita: Imagofilm Lugano
Produzione: Imagofilm Lugano
Produttore esecutivo: Ruedi Santschi
In coproduzione con SSR/RTSI

Girato a Lugano, Rovio, Val Verzasca, Val Leventina, San Lucio Valcolla tra il 1980 e il 1981, Matlosa è stato presentato in concorso alla Biennale di Venezia nel 1981, e in seguito invitato ai Festival di Lecce, Soletta, Selb, Göttingen, Lindau, Figuerira da Foz, Locarno, München, Montreuil, Mosca, Valencia, Avellino, nonché premiato dall’Ufficio federale della cultura.

La pellicola è in fase di restauro e sarà presto disponibile in DCP ed edizione DVD con sottotitoli in francese, tedesco e inglese.

Il film narra la storia immaginaria di una famiglia ticinese che parte per trascorrere il week-end nella casa di montagna dove Alfredo (Omero Antonutti), il protagonista, ha vissuto l’infanzia. Ma il viaggio in valle, che moglie (Francesca De Sapio) e figli subiscono, non è un’evasione, è un rito ossessivo che il protagonista rinnova di settimana in settimana alla ricerca del suo passato. Le ragioni fondamentali della sua crisi risiedono nell’impossibilità di trovare un equilibrio fra l’infanzia vissuta in un mondo contadino, scomparso o snaturato, e la maturità vissuta in un presente marcato da una quotidianità frustrante. All’interno di questa frattura fra un passato introvabile ed un presente insoddisfacente, si insinua una seconda contraddizione: il tentativo di ritrovare l’infanzia è complicato dalla ricerca di un padre reale o simbolico che sia che è stato appunto un “matlosa” (Flavio Bucci), un venditore ambulante, senza fissa dimora (dal tedesco “heimatlos”).

Cari saluti,
comitato AFAT